lunedì 29 ottobre 2012

DA SLING A LUNGA MENTRE DORME

FASCIA DI 3 MT - SCHIENA

GIUSY

19 aprile 2012
Mamma Giusi con la sua piccola di meno di un mese  in fascia elastica posizione ranocchietto...anche la sorellina porta il pupazzo!

MARIPOSA

16 maggio 2012
Oggi la piccola Lavinia è stata sulla schiena della sua mamma per la prima volta...le gambe le tiene ancora un po' rigide ma le rilasserà con l'abitudine. Comunque era tranquilla e beata direi! Mamma Mariposa bella e felice :-)

CHIARA

17 maggio 2012
Anche la piccola Chiara è stata messa sulla schiena da mamma Daniela con la fascia lunga per la prima volta.  Ad un certo punto si è addormentata e la mamma se n'è tornata alla macchina da sola. :-)


ERICA

14 giugno 2012
Oggi, sempre al Parco del Valentino, ho incontrato una nuova mamma; Erica; che voleva mettere il pupetto di sei mesi sulla schiena, questa volta con il Mei Tai. Ed ecco la foto con Diego nel suo primo giro in groppa alla mamma:


SAMANTA E MARCO

10 agosto 2012
Mamma Samanta e papà Marco
A poco meno di un mese dalla nascita della loro bimba Samanta e Marco hanno fatto una consulenza di coppia con la fascia elastica per imparare già subito ad usarla entrambi e in modo da uscire dall'ospedale con la creatura in fascia. Allenandosi prima avranno modo anche di impregnare la fascia del loro odore in modo da far sentire la creatura ancora più a casa. Inoltre Samanta volendo può usare la fascia per reggere la pancia (anche se normalmente questo si fa con la fascia rigida, che regge meglio, ma non ci sono controindicazioni). Bravissimi entrambi ! :-)

posizione culla

posizione ranocchietto (pancia a pancia)

ALESSANDRA

11 agosto 2012
A volte basta cambiare supporto e si ritorna a portare. Con Alessandra  ci siamo viste quando aveva il pancione, e aveva una fascia lunga di tessuto, e poi quando il suo piccolo Gabriele aveva un mese, e sebbene con qualche difficoltà sembrava intenzionata a portarlo. Ora il piccolo ha più di tre mesi e lei mi ha confidato che si doveva "allenare" con la fascia perchè l'aveva messa un po' da parte e aveva perso l'esercizio. Forse la fascia di tessuto è un po' impegnativa per l'inizio per alcune persone, tanto da sentirla un po' ostica, così le ho consigliato di provare con la fascia ad anelli, che le ho dato in prova per una settimmana, e che porta benissimo anche un bimbo così piccolo, ed è  più veloce. Inutile dire che mamma e creatura se ne sono andati via belli contenti con ronfata immediata di Gabriele....Per la fascia rigida ci si rivede più in là. L'anello qui è un po' basso ma il piccino si è addormentato subito e non lo abbiamo voluto svegliare. Brava  mamma Alessandra :-)
 

GUANTO SONORO


Il guanto sonoro è una bellissima idea di Eliana. Ha cucito delle conchigliette (credo quelle che vendono per le collane perchè avevano già i buchi) ad un comunissimo guanto di lana, ed ecco che agitandolo a ritmo di musica suona! bellissimo....

venerdì 5 ottobre 2012

Come una mamma selvatica...

Eravamo al mare, placidamente oziosi su una spiaggia, il pupo se ronfava tranquillamente, quando abbiamo notato da sinistra delle nubi belle nere avanzare. Giusto il tempo di visualizzarle bene, ci erano già sopra. In tempo zero sposto la creatura dolcemente ma rapidamente sul centro della fascia lunga piazzata lì al volo e me lo metto sulla schiena in un baleno, lo copro infilandoci insieme nella cannotta large che mi sono comprata (per fortuna large!), copro la testa del pupo col pareo, mi infilo la gonnellona da spiaggia e le infradito...Nel frattempo il mio dolce metà raccoglie tutto e...iniziamo a correre perchè ovviamente la macchina è al di là della pineta e ha già iniziato a piovere! Lui, la creatura, non ha fatto una piega. Raggiungiamo la pineta e corriamo sotto la pioggia e tra gli alberi per 500 etri circa. In quel momento, col pupo sulla schiena, la mano dietro sotto il suo culetto e l'altra che ci teneva il pareo sulle teste, la pioggia in faccia, le infradito cioè praticamente a piedi nudi,  mi sono sentita come una mamma selvaggia col suo cucciolo addosso che corre nella foresta per ripararsi, mi sono sentita in sintonia con la natura, in sintonia con quegli alberi altissimi e fitti.  Potevo essere in qualsiasi parte del mondo e di qualsiasi razza. Potevo essere in qualsiasi tempo, anche primitiva. E' stata una sensazione bellissima. Forse non rende a raccontarlo, forse un giorno lo dipingerò. Credo che il fatto che la creatura dormisse nascosta sotto i vestiti beata e tranquilla sulla schiena, nel silenzio della pineta col solo rumore dei passi di corsa e della pioggia, abbia contribuito a questa sensazione di selvaticità.
E questo ricordo lo porterò nel cuore, e ringrazio non so chi per avermi iniziata al portare. Peccato non avere una foto...
Ma....com'è che quel piccoletto non si è degnato di aprire gli occhi? Giusto quando siamo saliti in macchina fradici e l'ho tolto dai vestiti a dalle fasce, giusto quando eravamo salvi ma...fermi.
Certo, sarà una coincidenza, ma non posso fare a meno di pensare al fatto che  Evelin Kirkionis (biologa comportamentale) sembra proprio aver ragione nel sostenere che il piccolo d'uomo è un mammifero del tipo "portato attivo". Molte sono le analogie infatti con i cuccioli di queste specie (koala, opossum, tutti i primati): il cucciolo d'uomo conserva, nel primo anno di vita, le stesse caratteristiche primordiali: i riflessi di palmar rex, di moro, e di grasping, che gli servono per mantenersi aggrappato alla pelliccia della mamma e a sussultare e urlare per avvertirla se cade, perchè in quel caso è in pericolo la sua sopravvivenza.  Inoltre la conformazione della colonna vertebrale (cifosi unica) e la forma ad o delle tibie, fanno proprio pensare ad una pinza per sorreggersi ulteriormente, e anche il fatto che quando si solleva un neonato, egli porta automaticaente le gambe in alto nella posizione divaricato-seduta perfetta per adattarsi al fianco della madre. Certo noi oramai non abbiamo più la pelliccia e dovremmo usare un supporto...Il cucciolo portato attivo vive attaccato al corpo della madre, anche e soprattutto quando essa è in movimento. Se la madre si muove egli dorme tranquillamente perchè significa che sta al posto giusto; l' immobile potrebbe voler dire che è caduto, e quindi in pericolo di vita.
Ma no, è una coincidenza, mio figlio, portato da quando è nato, ha solo il sonno pesante ;-)


martedì 24 luglio 2012

il portare dal punto di vista del mio bimbo


Mi sono sempre chiesta, con la sicurezza in me stessa che mi contraddistingue, se per caso ogni tanto non imponessi la fascia al piccolo. D'altronde in giro ogni tanto me lo chiedono: non lo costringi così appiccicato? lo stai imprigionando, lascialo libero, così non si può muovere, ecc e tutte quelle belle cose che accrescono la tua autostima di madre che si fa delle domande. No, è ovvio, lo studio, lo leggo, ne sono sicura, lo sento, però in fondo in fondo, là dove resiste ancora tutto ciò che ti hanno inculcato da quando sei nata,  l'educazione al distacco, all'indipendenza esteriore ma non a quella spontanea, rimane sempre un piccolo dubbio.
Beh, per fortuna che ci sono i figli che mettono tutto a posto.
 L'altro giorno ero incasinatissima, 200 cose da fare, e lui che ha bisogno. Fai tutto e fai niente. Due coccole lì, due telefonate là, due righe di un libro da leggergli lì, altre due telefonate, il pranzo, la casa ecc ecc. Inutile dire che il mio livello di stress si alzava sempre di più, e soprattutto perchè sentivo che lui aveva bisogno e io non potevo concentrarmi su di lui. Stavo andando in tilt.
Cos'ha fatto quell' affarino di 80cm di tenerezza?
E' andato dietro la poltrona, dalla cesta delle fasce ha preso la fascia ad anelli che ultimamente usiamo spesso, e me l'ha portata......
Inutile dire che il tempo si è fermato.
Peccato non avere avuto una telecamera per fissare per sempre questo momento.
Ho capito che per lui la fascia è contatto, serenità, fare la pace, tempo per lui, tempo per noi in mezzo al macello. Ho capito che non sto sbagliando, che essere portato per lui è esattamente quello che mi ha spinto  a portarlo. 
Con un solo gesto, semplice ma carico di significato, quell'esserino che ancora non parla ha detto tutto quello che c'è da dire e da sapere.
Meno male che ci sono i bimbi che mettono tutto al posto giusto.

il cesto del portare....

lunedì 9 luglio 2012

prime avvisaglie di autonomia....

In questo periodo ho ripreso un po' a lavorare, e sto portando tutte le mattine Giuliano Libero da mia madre. Abbiamo fatto la cosa gradualmente ed è andata abbastanza bene, a parte i  miei pianti e sensi di colpa iniziali...Comunque lui e la nonna si divertono un sacco, il problema è stato il salutoquando vado via. Subito ho fatto come consigliava mia madre e cioè sparire ed andare via alla chitichella mentre lui era distratto. Però la cosa non mi convinceva, perchè il messaggio era: quando vai dalla nonna la mamma sparisce. Ed infatti Giuliano ha iniziato a piangere ogni volta che , da mia madre, mi spostavo in un'altra stanza. Non credo che bisogna mentire ad un bambino, anche se così piccolo. E sicuramente non mi piace se piange vedendomi andare via. Allora ne ho parlato un po' con amiche e ho cambiato maniera: cerco di creare  un rito del distacco ed uno del ritorno. Anche in macchina metto sempre lo stesso cd. Risultato: in macchina è contento e concentrato sulla musica per tutto il viaggio, poi suoniamo il campanello insieme,e dopo poco usciamo tutti insieme, lui sulla carrozzina, per fare un giro con la nonna. Facendo così, quando lo saluto e gli dico la frase di rito, rimane tranquillo, quasi non facesse caso a me che me ne vado. Se rimangono a casa è più difficile che non patisca. A volte l'ho salutato troppe volte ed ha pianto un casino.
Ma venerdì è successo qualcosa. Mia madre non poteva uscire subito così il saluto l'ho dovuto fare in casa e in genere patisce. Lui stava giocando, l'ho baciato e gli ho detto che mamma va a lavorare e che torna presto ecc ecc e mi sono diretta verso la porta. Lui mi è venuto incontro chiamandomi ad abbracciarmi e poi, al posto di piangere, con le braccia si è allontanato e si è girato, e se n'è andato via. Mi ha lasciata andare lui...
 L'ho vissuta come una grande dimostrazione di autonomia da parte sua. Sono orgogliosa di quel piccoletto!

giovedì 5 luglio 2012

partorire cantando...


 
Il mio parto cantato
E’ passato un mese.
Metto su le tre canzoni per la respirazione, rientro in quell’atmosfera…
Ricordo la musica, la luce bassa, l’atmosfera quasi mistica, il sudore, il mio compagno che mi tiene stretta, le ostetriche.
Il mio parto e la sua nascita.
Sono le 21, ho le prime avvisaglie, siamo a casa di amici. Torniamo a casa e metto su le canzoni che ho preparato per il rilassamento. Meno male che giusto nel pomeriggio avevo visto come si mettevano in ripetizione continua. Intanto prepariamo la stanza, i cuscini, il caffè nel termos, le coperte, e metto le canzoni per respirare. All’una meno un quarto faccio chiamare da Armando le ostetriche (io non riesco più tanto a parlare) e inizio a “vocalizzare” mentre mi accovaccio davanti allo sgabello. Seguo la musica, che conosco bene perché l’ho cantata tante volte. Quando fa più male faccio uscire bene la voce, ora capisco cosa intendeva l’insegnante, ora viene naturale tirarla fuori, non per urlare ma per far uscire fuori dal corpo il dolore.
Poi arrivano le ostetriche, il medico, non ci sono più dubbi, è proprio arrivato il momento. Non c’è più il tempo, ho gli occhi chiusi e mi concentro sulla musica. Cerco di seguire la musica, più fa male più mi concentro.  Quando perdo il filo Armando vocalizza con me e mi riporta sulla nota. Anche le ostetriche cantano. Probabilmente da fuori sembra una seduta spiritica o una casa di matti…! Intanto passano così quattro ore e io faccio di tutto per non perdere la concentrazione, vocalizzare respirando bene così va tutto bene e dura il meno possibile…
Poi lo sento che sta uscendo, ma non apro gli occhi per non interrompere nulla, e mi concentro sulle note e canto (se così si può dire). E così nasce.
Mi sembra sia stato un parto collettivo, un team in perfetta armonia, che è arrivato al traguardo insieme. L’atmosfera era veramente mistica, la musica mi è servita come filo conduttore di tutto, è servita a tenere insieme tutto e tutti, un filo a cui aggrapparsi per non perdere il controllo. Perché  quando ho perso il controllo loro mi hanno riportato sulla nota della canzoni e mi sono ripresa. Il grido non è un grido, è l’impeto che esce dal corpo e segue la musica, non ti spaventa.
E poi lui è nato. Come mi ha detto Marina, l’ostetrica, l’ho respirato fuori, l’ho cantato fuori, e lui è uscito. E ho aperto gli occhi. E l’ho visto. E abbiamo pianto. E quando ce l’hanno messo sulla pancia gli abbiamo cantato la sua canzone, scritta quel pomeriggio, e con l’altra musica preparata per l’evento.
Ancora oggi, ogni giorno gli canto la sua ninna nanna, e per tranquillizzarlo o addormentarlo gli metto la musica che ha ascoltato in gravidanza, il carillon quando lo cambio, il cd sempre lo stesso in macchina, il cd degli zii durante il pomeriggio, perché si senta abbracciato da un suono amico che già conosce e non si spaventi.
Non so come sarebbe stato tutto senza musica, ne abbiamo parlato io e Armando. Forse un po’ più freddo, più frammentato. Forse avrei avuto paura.
Si, sarebbe stato diverso.
Un altro parto però non me lo immagino senza musica.
Federica
mamma di Giuliano Libero, nato il 5 maggio 2011…scritta un mese dopo.

sabato 9 giugno 2012

portare mio figlio

Portare il mio bambino in questi 13 mesi:

 

Ho portato mio figlio da subito. Il quinto giorno siamo usciti di casa, lui nella fascia elastica, e da quel giorno insieme siamo andati ovunque. Abbiamo viaggiato sul tram, sul treno, abbiamo fatto lunghe passeggiate, nei parchi ma anche in città, siamo stati al fiume e a cercare funghi, al mare, a visitare Barcellona e Parigi e tutti i loro musei. Abbiamo visto concerti e abbiamo ballato, ma abbiamo anche fatto la coda in posta, negli uffici, siamo passati attraverso corridoi e stanze, sotto alberi, su scale. Abbiamo lavorato in laboratorio e abbiamo ristrutturato casa, dipinto le stanze, abbiamo cucinato e apparecchiato tavola, siamo stati al mercato a far la spesa, abbiamo incontrato amici e chiacchierato alle feste. Abbiamo vissuto insieme tutte queste esperienze, lui prima solo percependole nella fascia sulla mia pancia, poi crescendo le ha vissute sempre più attivamente dalla mia schiena a sul mio fianco. Sul fianco gli ho presentato il mio mondo, gli ho presentato le persone, gli amici. Al suo fianco, proteggendolo con il braccio, insieme alla stessa altezza. Sulla schiena si è appisolato ovunque.
Questo per me è portare, al di là della correttezza delle posizioni, che sono fondamentali per poter vivere bene tutto questo. Al di là di tutta la teoria che c'è dietro, e ce n'è. Portare per me significa stare insieme, essere presenti, non poter mentire perchè lui sente, si accorge; non poter distrarsi, non  poterlo dimenticare  perchè lui è lì a contatto e ti guarda, e ha bisogno di te. Significa soddisfare le sue aspettative, che siano di natura emotiva o fisica. E' impegnativo. Ma sono convinta che per quello che ha ricevuto, la ricchezza delle esperienze, vale la pena. Quando ero incinta  nel libro "Portare i piccoli" di Esther Weber avevo letto che in Zimbawe... ogni bambino dopo la nascita per tre anni ha il diritto di vivere in "groppa" alla madre......il bambino si trova "incollato" sul continente schiena in groppa, in quel luogo, che serve per spiccare il volo, nel luogo di partenza nel viaggio della vita e ancora la famiglia africana è immancabilmente il quadro entro il quale il bambino scopre progressivamente il mondo.... dal sicuro marsupio  potrà anche farsi una prima ma larga idea visiva del mondo...senza peraltro doversi direttamente impegnare (pag. 24-25 di Imfield Al). Erano state queste parole che mi avevano colpito profondamente e per cui ho deciso di portare anche io mio figlio. Ho vissuto la mia infanzia nei paesi arabi e ho sempre visto bambini portati sulla schiena così non ho avuto paura a provare, ho pensato che se ci riuscivano loro serenamente lo avrei potuto fare anche io, così Giuliano dall'età di due mesi guarda il mondo dalla mia groppa. E sente me attraverso la pelle. Sono convinta che, anche supportata dagli studi che sto facendo, questo tipo di presenza fisica ed emotiva servirà a mio figlio per approciarsi alla vita con una serenità interiore data dalla certezza "tangibile" di essere stato amato e seguito in un periodo così fragile e bisognoso della sua vita. Per me portare vuol dire presenza, totale e incondizionata.

mercoledì 16 maggio 2012

primavera in fascia bis

Per domenica 27 maggio ho organizzato un'altro "raduno" di portatori di bimbi in fascia nuovamente al Parco del Valentino (Torino).
E vabbè, spostando l'evento di una settimana causa nubifragio, non è venuto quasi nessuno. solo una mamma super portatrice , Lucia, con le sue due bimbe,  che mi ha dato una mano durante la dimostrazione pubblica che ho fatto pe r la rivista Giovani Genitori, che festeggiava il suo sesto anno proprio lì al Valentino, con uno spettacolo di Circo. Comunque bella giornata, peccato che fossimo in poche. In ogni caso il prato era pieno di gente soprattutto di famigliole. La prossima tra un paio di mesi, meglio che guardi le previsioni meteo, fosse stata la settimana scorsa come era organizzata, saremmo state di più.

sabato 5 maggio 2012

pensieri....

Sono molto combattuta su come impostare questo blog....da un lato pensavo di fare tutti i video delle posizioni in maniera molto ... didattica (per così dire). dall'altra, vedendo altri blog, mi verrebbe da essere più rilassata e scrivere ciò che mi passa per la testa...sul portare ovviamente. Oggi la madre di una mia amica, quando le ho raccontato che al Vegan fest ho tenuto degli incontri sul portare e mostrato come mettersi addosso i bimbi, mi ha detto: "Come, hai fatto solo un figlio e già dici agli altri come comportarti con loro...". Poco tempo fa ho incontrato una mia vecchia conoscenza e mi ha chiesto perchè mai volevo fare la consulente, che il portare era una cosa già conosciuta (a parte il fatto che ero circondata da passeggini e nessuna fascia). Ecco, io non credo che la mia sia presunzione, e forse quello che dico non interesserà nessuno. Più che altro è entusiasmo, e la convinzione di essere stata fortunata ad incontrare questo modo di prendersi cura dei propri figli. Fortunata perchè sono arrivata tardi alla maternità, e nei 40 anni prima non me ne ero mai interessata, e poteva andare diversamente. E invece per caso ho conosciuto un' associazione di ostetriche che seguivano un percorso "naturale" così ho partorito a casa, ho iniziato a sentir parlare delle fasce, dei pannolini lavabili, di svezzamento naturale, di metodi non aggressivi per il sonno e l'educazione, ecc ecc ecc. ma poteva non succedere, e allora sarebbe stato credo tutto più complicato e stancante per me e per mio figlio. E io non ne sapevo niente di tutto questo, non lo sapevo e non ci avevo mai pensato. Ma è bastato poco, un consiglio da un'estranea, una frase in un libro, e la mia visione sulla maternità è cambiata radicalmente e il poco che credevo di sapere l'ho lasciato da parte. Il bambino non era più un esserino da domare con regole e imposizioni, distacco ecc. ma una creatura da rispettare e da assecondare, da cui imparare. E il portare i bambini non è una pratica così conosciuta, e i suoi benefici non sono così noti alla massa, altrimenti credo ce ne sarebbero molti di più. Tante mamme, come me poco tempo fa, non ne sanno nulla. E quindi non sarò la prima nè l'ultima, e più siamo che ne parliamo e meglio è. Senza presunzione, ma appunto con tanto entusiasmo.

mercoledì 25 aprile 2012

vegan fest arriviamo

domani si parte per il vegan fest in versilia....che emozione! sarò allo  spazio eco-mamme con claudia maffi e claudia vedovello. naturalmente tutto in ritardo, il furgone non parte, non sono riuscita a fare i video, devo prepararmi un discorso....ma sì, andrà bene! Tanto ho il mio nuovo bambolo Libero per le dimostrazioni e non vedo l'ora di usarlo. magari viene fuori qualche bel video da mettere sul blog. si parteeeeeee!

mercoledì 28 marzo 2012

primavera in fascia!


Domenica 25 marzo al parco del Valentino si è svolta la prima "Primavera in fascia!", un evento che ho organizzato tramite Facebook per conoscere un po' di mamme e papà che portano i loro bimbi, nei dintorni di Torino. E' stato carino, sono venute quattro mie amiche con famiglie e altre quattro mamme con mariti e figli, che non conoscevo. Piano piano abbiamo iniziato a scambiarci esperienze e opinioni sui vari supporti e sui benefici del portare sui figli. Abbiamo anche fatto qualche scambio di legatura, e c'è sempre da imparare qualcosa. Ovviamente la mia macchina fotografica si era guastata qualche giorno prima, così non ho fatto foto, ma la prossima volta mi organizzo meglio. Ero abbastanza emozionata, ma contenta anche perchè c'è stato un riscontro positivo e si rifarà il prossimo mese. Ho un po' di tempo per imparare a fare dei biscotti un po' più buoni...!

lunedì 12 marzo 2012

pelle a pelle domestico




Ora che Giuliano è un po' cresciutello (10 mesi) e il mondo intorno è così pieno di input, non dorme più così tanto, a volte salta addirittura il pisolino al mattino e arriva a metà pomeriggio bello agitato, ma da quando ho cominciato a metterlo in fascia pelle a pelle (in casa) in un attimo si addormenta anche per due ore...come i primi mesi.
 Ho recuperato un top con schiena scoperta (che non credo userò più data l'età...) e dopo aver messo il pupo in fascia sulla schiena, mi sono avvolta intorno un pareo. Ma volendo anche un golf ampio preso in prestito al papo. 
Pupo e mamma in serena sintonia e...lavoretti vari fatti.