venerdì 5 ottobre 2012

Come una mamma selvatica...

Eravamo al mare, placidamente oziosi su una spiaggia, il pupo se ronfava tranquillamente, quando abbiamo notato da sinistra delle nubi belle nere avanzare. Giusto il tempo di visualizzarle bene, ci erano già sopra. In tempo zero sposto la creatura dolcemente ma rapidamente sul centro della fascia lunga piazzata lì al volo e me lo metto sulla schiena in un baleno, lo copro infilandoci insieme nella cannotta large che mi sono comprata (per fortuna large!), copro la testa del pupo col pareo, mi infilo la gonnellona da spiaggia e le infradito...Nel frattempo il mio dolce metà raccoglie tutto e...iniziamo a correre perchè ovviamente la macchina è al di là della pineta e ha già iniziato a piovere! Lui, la creatura, non ha fatto una piega. Raggiungiamo la pineta e corriamo sotto la pioggia e tra gli alberi per 500 etri circa. In quel momento, col pupo sulla schiena, la mano dietro sotto il suo culetto e l'altra che ci teneva il pareo sulle teste, la pioggia in faccia, le infradito cioè praticamente a piedi nudi,  mi sono sentita come una mamma selvaggia col suo cucciolo addosso che corre nella foresta per ripararsi, mi sono sentita in sintonia con la natura, in sintonia con quegli alberi altissimi e fitti.  Potevo essere in qualsiasi parte del mondo e di qualsiasi razza. Potevo essere in qualsiasi tempo, anche primitiva. E' stata una sensazione bellissima. Forse non rende a raccontarlo, forse un giorno lo dipingerò. Credo che il fatto che la creatura dormisse nascosta sotto i vestiti beata e tranquilla sulla schiena, nel silenzio della pineta col solo rumore dei passi di corsa e della pioggia, abbia contribuito a questa sensazione di selvaticità.
E questo ricordo lo porterò nel cuore, e ringrazio non so chi per avermi iniziata al portare. Peccato non avere una foto...
Ma....com'è che quel piccoletto non si è degnato di aprire gli occhi? Giusto quando siamo saliti in macchina fradici e l'ho tolto dai vestiti a dalle fasce, giusto quando eravamo salvi ma...fermi.
Certo, sarà una coincidenza, ma non posso fare a meno di pensare al fatto che  Evelin Kirkionis (biologa comportamentale) sembra proprio aver ragione nel sostenere che il piccolo d'uomo è un mammifero del tipo "portato attivo". Molte sono le analogie infatti con i cuccioli di queste specie (koala, opossum, tutti i primati): il cucciolo d'uomo conserva, nel primo anno di vita, le stesse caratteristiche primordiali: i riflessi di palmar rex, di moro, e di grasping, che gli servono per mantenersi aggrappato alla pelliccia della mamma e a sussultare e urlare per avvertirla se cade, perchè in quel caso è in pericolo la sua sopravvivenza.  Inoltre la conformazione della colonna vertebrale (cifosi unica) e la forma ad o delle tibie, fanno proprio pensare ad una pinza per sorreggersi ulteriormente, e anche il fatto che quando si solleva un neonato, egli porta automaticaente le gambe in alto nella posizione divaricato-seduta perfetta per adattarsi al fianco della madre. Certo noi oramai non abbiamo più la pelliccia e dovremmo usare un supporto...Il cucciolo portato attivo vive attaccato al corpo della madre, anche e soprattutto quando essa è in movimento. Se la madre si muove egli dorme tranquillamente perchè significa che sta al posto giusto; l' immobile potrebbe voler dire che è caduto, e quindi in pericolo di vita.
Ma no, è una coincidenza, mio figlio, portato da quando è nato, ha solo il sonno pesante ;-)


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